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IGIENE ORALE: NON SOLO SALUTE PER DENTI E GENGIVE


Mantenere una buona igiene orale non vuol dire solo preservare denti e gengive: gli effetti dei batteri che compongono la placca batterica si manifestano a distanza, potenziando alcune malattie presenti o predisponendo all'insorgenza di nuove patologie.
La placca batterica è in biofilm che si accumula sulla superficie dentale. Se non è rimossa con le adeguate norme igieniche (spazzolino, filo interdentale e scovolino) è responsabile anche della malattia parodontale (gengivale) con gravi danni all'apparato di sostegno dei denti.
Al di là di questo problema grave ma locale, i batteri penetrano nei tessuti infiammati, entrando nella circolazione sanguigna.
Cosa succede quando i batteri "sconfinano"?
Studi internazionali hanno dimostrato che queste batteriemie aggravano patologie esistenti o predispongono l'organismo a malattie gravi.
- Possono aggravare il diabete da due a quattro volte.
- Aumentano il rischio di ictus di due volte.
- Aumentano la possibilità di aggravamento o insorgenza di malattie respiratorie da due a cinque volte.
- Aggravano il rischio di malattia coronarica (angina o infarto) di due volte.
- Possono aumentare il rischio di complicanze in gravidanza fino a sette volte!
Quattro sono i passi da fare per evitare problemi:
- Spazzolino: lo spazzolamento costante rappresenta la prima fase dell'igiene orale
- Filo interdentale e scovolino: servono a pulire efficacemente tra un dente e l'altro
- Dentifricio: un buon dentifricio che contenga fluoro assicura un ulteriore protezione alla carie
- Cura personale: consultare regolarmente e periodicamente il proprio dentista aiuta a evidenziare i problemi e controllare la buona esecuzione dell'igiene domiciliare.

Nel nostro studio potrete accedere a programmi personalizzati in base alle vostre esigenze cliniche, con richiami, consigli e prescrizioni di dentifrici, collutori o altri ausili per la salvaguardia del vostro cavo orale.


L'OLIO DI OLIVA PROTEGGE IL FEGATO


Un gruppo di ricercatori dell'University of Monastir (Tunisia) e della King Saud University di Riyadh (Arabia Saudita) guidati Mohamed Hammami ha scoperto che l'olio d'oliva, oltre ad esercitare un effetto protettivo contro lo stress ossidativo, può giocare un ruolo anche nella attenuazione dei danni epatici.
I ricercatori hanno diviso i topolini in 8 gruppi e li hanno esposti a un erbicida tossico, provocando danni epatici significativi in tutti gli esemplari. Gli studiosi hanno poi somministrato agli animaletti diversi estratti dell'olio d'oliva, gruppo per gruppo: e' emerso che in tutti i gruppi si registravano segni di miglioramento nella salute del fegato, ma che in particolare l'estratto idrofilo dell'olio si e' dimostrata la sostanza piu' in grado di attivare gli enzimi antiossidanti e di diminuire i marker del danno epatico.
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IL SUCCO DI POMODORO PREVIENE L'OSTEOPOROSI

I ricercatori dell'universita' di Toronto hanno identificato come il licopene, contenuto nel succo di pomodoro, molecola già nota per la sua efficacia nella prevenzione del tumore alla prostata, sia un valido potenziale alleato anche contro l'osteoporosi.
Lo studio, pubblicato dalla rivista Osteoporosis International, ha esaminato 60 donne fra i 50 e i 60 anni che avevano gia' raggiunto la menopausa. In una prima fase alle donne e' stato chiesto di eliminare tutti i derivati del pomodoro dalla dieta per un mese. Questo ha provocato un aumento nel sangue del livello di N-telopeptide, una molecola prodotta quando le ossa si fratturano. Per i successivi quattro mesi a una parte delle pazienti e' stato dato del normale succo di pomodoro, a un altro gruppo del succo con un contenuto extra di licopene, a un terzo gruppo delle pillole della sostanza e a un quarto un placebo. Al termine del periodo di osservazione il livello di N-telopeptide era sceso sia nelle donne che avevano preso il succo sia in quelle che avevano ricevuto le pillole, mentre nessun miglioramento e' stato riscontrato nel gruppo di controllo. "La quantita' di licopene sufficiente a ottenere dei benefici e' di 15 milligrammi al giorno - spiegano i ricercatori - il quantitativo presente in due bicchieri di succo commerciale".

 

IL CIOCCOLATO RIDUCE I SINTOMI DELLA SINDROME DI STANCHEZZA CRONICA

Buone notizie per noi golosi di cioccolato!
Gustarne, infatti, una piccola porzione di cioccolato fondente tre volte a settimana, aiuterebbe a ridurre i sintomi della sindrome da stanchezza cronica.
Ad affermarlo, sono i ricercatori della University of Hull (Gran Bretagna) in uno studio pubblicato su Nutrition Journal. La ricerca è stata condotta su dieci pazienti affetti da una grave forma di sindrome da stanchezza cronica, ai quali è stato chiesto di mangiare 15 grammi di cioccolato fondente a giorni alterni per otto settimane e, dopo un periodo di sospensione, di assumere un altro snack - contenente una quantità inferiore di cacao ma dal sapore molto simile al primo. Al termine dell'esperimento, è emerso che durante il periodo di assunzione del fondente i soggetti avevano riportato un notevole miglioramento, manifestando una riduzione di stanchezza, depressione e ansia. Tuttavia, gli studiosi hanno anche rilevato che le condizioni dei pazienti sono man mano peggiorate durante la fase di consumo del secondo prodotto.

 

GLI SPORT LEGGERI PREVENGONO L'ARTRITE DEL GINOCCHIO

L'esercizio costante ma leggero previene l'insorgere dell'artrite al ginocchio: a sostenerlo uno studio condotto dalla University of California di San Francisco guidati da Thomas Link e presentato nel corso del meeting annuale della Radiological Society of North America.
"I nostri risultati - spiega il co-autore della ricerca Keegan Hovis - indicano che l'esercizio fisico leggero è una scelta sicura per il mantenimento di cartilagini sane".
Esercizi leggeri come camminare o nuotare, spiegano i ricercatori, sono in grado di nuoto prevenire o ritardare l'insorgere dell'artrite mentre attività fisiche pesanti - come la corsa, il tennis, l'arrampicata e il sollevamento pesi - possono aumentare le probabilità di svilupparla.
Link e colleghi hanno esaminato un gruppo di 132 persone a rischio di osteoartrite - ma senza sintomi attuali - e un gruppo di 33 persone non a rischio, intervistandole circa gli esercizi fisici da loro abitualmente svolti, e li hanno poi sottoposti a risonanze magnetiche alle ginocchia: ed è emerso che chi svolgeva esercizi più leggeri aveva le cartilagini più in salute, indipendentemente dal fatto che i soggetti fossero a rischio di osteoartrite oppure no. "Secondo i risultati del nostro studio - spiega Link - le attività ad alto impatto come la corsa per più di un'ora al giorno tre volte a settimana appaiono associate maggiormente alla degenerazione della cartilagine e a un più elevato rischio per lo sviluppo dell'osteoartrite. Impegnarsi in esercizi leggeri e astenersi dall'eccessiva flessione del ginocchio può proteggere contro l'insorgenza della malattia".

 

IL TRICLOSAN AUMENTA IL RISCHIO DI ALLERGIE

Un'esposizione eccessiva al triclosan, un agente antibatterico presente in molti saponi, dentifrici e altri prodotti cosmetici, puo' aumentare il rischio di allergie. Lo afferma uno studio dell'Universita' del Michigan pubblicato dalla rivista Environmental Health Perspectives. Secondo la ricerca, che sembra confermare le teorie che troppa pulizia sia in realta' dannosa per la salute soprattutto in eta' infantile, nei soggetti sotto i 18 anni con un alto tasso di triclosan nelle urine erano anche maggiori gli episodi di allergia e febbre da fieno. "I risultati confermano che per i giovani vivere in ambienti molto puliti puo' modificare l'esposizione a microrganismi che sono necessari per sviluppare il sistema immunitario correttamente - ha spiegato Allison Aiello, uno degli autori - essendo uno degli antimicrobici piu' diffusi il triclosan potrebbe essere il principale responsabile del cambiamento di questi microrganismi".
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